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NoNameButWine nasce da una idea di Francesco BUSIELLO il quale pone in correlazione il concetto di libertà al consumo dei vini ed il suo claim inneggia al sentirsi “liberi di essere, free to be, libre de ser” esplicitato nelle tre lingue che idealizzano meglio l’amicizia e la felicità (Italiano), l’unione planetaria (Inglese) e la “calda accoglienza” e condivisione (Spagnolo).

L’idea ha l’obiettivo di raggiungere in questo modo la fascia di mercato occupata dai “millenials” e dai “nologo concept”: lanciandosi quasi in una nuova realtà di interpretazione della comunicazione basata sull’analisi del content marketing, sviluppando un sicuro senso di appartenenza ad una elite, tesa quasi a consolidarne la fidelizzazione.

L’etichetta, invece, viene correttamente interpretata dalla nuova generazione di consumatori nella sua globalità, ovvero quale veicolo di informazione e comunicazione sul vino: poiché oggi l’estetica riveste un ruolo maggiore rispetto al passato, l’etichetta finisce col conferire forti connotazioni simboliche al vino a cui appartiene (ad esempio la vocazione più o meno lifestyle di un prodotto).

I giovani italiani e francesi, proprio in virtù della loro importante tradizione culturale, in linea con la generazione precedente, continuano a guardare al vino come a un prodotto elegante, con forte vocazione sociale, dunque perfetto per momenti di condivisione amicale o intima.